Rosso. - Ohi, che fai? Dove vai? - Aspetta- (cinque secondi dopo) - Il bagagliaio non era chiuso bene. - Per un attimo ho pensato che eri sceso per scappare via. - E se l'avessi fatto veramente? Tu che avresti fatto? - Sarei scesa e scappata via anch'io. Verde.
A. Skujina, Via, 2013, 100x142, acrilico su carta,
(Avvertenze: chi pensa che il Movimento
covi in sé umori della peggiore destra dovrebbe vergognarsi. Oltre a
ricordare una semplice parola: Rodotà).
E però proprio per questo Beppe deve
stare attento a non prestare il fianco alla stampa della sinistra
inciucista (quella che prima delle elezioni diceva “il movimento
cosa?”, mentre IO E SOLO IO ne prevedevo il successo). Su dai,
Beppe, il Movimento è una bella cosa, nuova, fresca, non ti puoi
permettere queste leggerezze.
Con un post del genere potrebbero ad
esempio accusarti di aver riportato, in qualche decina di righe senza
capo né coda, tre vicende criminali i cui protagonisti sono tutti
stranieri di colore (uno, fra l'altro, pure comunitario), solo per
solleticare gli istinti più bassi dei tuoi lettori.
Potrebbero dirti che hai voluto
strumentalmente ridurre un tema complesso come quello
dell'immigrazione a tre vicende di cronaca nera, a un problema di
ordine e sicurezza, a scarcerazioni facili ed espulsioni mancate.
Narrare in maniera apparentemente neutra tre brutte storie per far
emergere o esaltare un bieco sentimento. Sentimento che qualche
scupoloso potrebbe scorgere puntualmente in moltissimi dei commenti
al post.
Qualche lettore, per malignare,
potrebbe pensare che nel momento in cui, nella parte finale del post,
non individui responsabili né soluzioni, in realtà né stai
indicando una ben chiara.
Qualcuno in malafede potrebbe
addirittura insinuare la concomitanza dell'uscita di questo post con
il comizio che nello stesso giorno devi tenere nel feudo
gentiliniano, Treviso. E insomma, potrebbero imputarti la volontà di
rastrellare un po' di quei voti. O addirittura scriverebbero che,
siccome molti di quei voti sono già diventati tuoi, è solo una
mossa per tenerteli stretti.
Ora siccome è chiaro che non è così
e chi pensa il contrario è in malafede e dovrebbe vergognarsi (e
ricordarsi Rodotà), cerca di stare più attentino, dai.
Ma a parte questo, a parte queste
minuzie, questi piccoli errori in cui incorrono Grillo e il Movimento
e che per nulla scalfiscono la ventata di freschezza che hanno
portato (come avevo ampiamente previsto) nelle stanze ammuffite del potere, altre sono le cose
vergognose.
Ora ve ne dico una, una roba terribile:
Anna Finocchiaro.
(Ah? Visto che editoriale?) E adesso, chill-out.
A.S.
A. Skujina, Rifugio 8, 2013, 20,5x24, acrilico su plastica
Arrivò davanti al portone di casa con
un lieve affanno e con le chiavi in mano. L'adrenalina gli veniva su
sempre in quel momento. Con un gesto frenetico infilò la chiave
nella toppa ma proprio in quel momento sentì un dito picchettare
forte sulla sua spalla destra. Si voltò e vide l'uomo, barba
incolta, naso aquilino e capelli raccolti in un lungo codino, stretto
nel suo cappotto lungo di pelle nera. Di fianco a lui quell'altro, di
cui percepì solo la corporatura robusta, col volto nascosto da
quella macchina infernale che rilasciava quella luce rossa ipnotica.
(In quei tempi non era una buona
idea uscire di casa, se non per andare al lavoro- per quelli che
ancora ne avevano uno. Certo, anche restando a casa il rischio di
controlli era alto, ma uscire per strada, in particolare di sera,
equivaleva quasi a consegnarsi spontaneamente. Ma lui non poteva
rinunciare anche a quello. Amava camminare all'aria aperta, amava
contare i suoi passi sul marciapiede. Amava in particolare fermarsi
agli incroci, guardarli, perché lo facevano pensare alla possibilità
di scegliere, di cambiare direzione, di essere libero, a tutte quelle
possibilità che ormai da tempo ci erano state tolte, subdolamente.
In quei momenti non gli importava della Crisi, gli importava solo di
camminare.)
- Alè. Inviato 214- si presentò
l'uomo
- Alè- rispose lui
- Prego- disse l'uomo e gli porse un
foglio grande a quadretti e un pennarello nero.
- Proprio qui, adesso? Non c'è
molta luce. Possiamo salire a casa?
- Prego- ripetè l'uomo, con una
vena di compiaciuto sadismo.
Sapeva di avere un minuto, non un
secondo di più. Cominciò a scrivere febbrilmente, dopo aver
appoggiato il foglio sul portone. Si accorse che l'uomo con la lucina
rossa si era spostato dietro di lui. “Pensa, pensa, ricorda,
scrivi, scrivi”. Man mano che scriveva il suo volto si avvicinava
sempre di più al foglio e quando scrisse l'ultimo numero si accorse
che la punta del naso ormai quasi sfiorava la superficie ruvida della
carta. Poi, lentamente, allontanò il viso senza distogliere gli
occhi dal foglio, come un pittore che si allontana dalla tela. Erano
passati 53 secondi.
- Ma che bravo- disse l'inviato 214- Ora
dia qui.
Quasi gli strappò il foglio di mano e
cominciò a leggere, assorto. Questo era sempre il momento peggiore.
Dopo qualche istante di silenzio gelido, l'uomo cominciò a scuotere
il capo con veemenza. E d'un tratto... sciack, uno schiaffo a mano
aperta in pieno volto.
- Hai un figlio piccolo, vero?
- Sì
Un pugno, dritto sulla mandibola.
- E come lo nutri? D'aria?
- N-no- (in quel momento capì)
- Cioè, brutto pezzo di merda, vuoi
che chi ci guarderà stasera pensi che ve la passate alla grande,
che state bene? Magari non spendendo nulla per far mangiare il
piccolo al quale rifilate i vostri avanzi? Io qua vedo spese per le
bollette, spese per l'auto e un cazzo di niente per dar da mangiare
a quel marmocchio di merda. Vuoi che la gente non vi compatisca, che
pensi che vi meritiate le difficoltà perché trascurate vostro
figlio? Ennò brutto coglione, non funziona così. Sta Crisi si
chiama così perché la gente sta male, ma se tu mi presenti un
resoconto delle tue spese fatto così alla cazzo chi ci guarda non
ci crede e ci mandi il servizio in vacca. Cristo, ti dimentichi
proprio il bambino! Che sappiamo tutti che alla gente, non ho mai
capito il perché a dire il vero, piacciono i bambini.
- Mi scusi, mi scusi- iniziò a implorarlo, piangendo (si fece un'immensa tristezza)- Posso aggiungerlo adesso.
Posso?
- Ennò cazzone, troppo facile-
estrasse un altro foglio e un altro pennarello dalla giacca- E
adesso forza, tutto daccapo. Ma questa volta userai il pennarello
quasi scarico.
- No, la prego, il pennarello quasi
scarico no.
- Il pennarello quasi scarico sì. E
ricorda, alitare sulla punta non serve a un cazzo di niente se non a
farti perdere tempo prezioso. Hai un minuto.
(Si narra che qualche tempo dopo
l'inviato 780, durante un controllo a casa dei Sig.ri
Quartasettimana, riscontrò delle forti irregolarità. Per
terrorizzare il capofamiglia strattonò violentemente la di lui
giovane figlia che cadendo urtò la testa allo spigolo del tavolo e
perse i sensi. Il Sig. Quartasettimana gli si scagliò contro, ne
nacque una colluttazione che si concluse con il volo dell'inviato 780
dalla finestra del quinto piano. Secondo molti fu quello l'incipit
della rivolta.
Non trascorsero neanche due mesi che
il Sig. Quartasettimana si recò in salumeria con la figlia, ormai
completamente ristabilita, e ordinò due etti di San Daniele. E disse
al salumiere che anche se ne aveva fatti due e trenta non importava,
poteva lasciare quei trenta grammi in più. Perché ormai nessuno
aveva più paura)
A. Skujina, Dubbio 11, 2012, 35x38, acrilico su carta
Il rantolo veniva da lì, da fuori,
proprio sotto la finestra della mia stanza da letto. Era un verso che
non saprei definire, era qualcosa che non avevo mai sentito prima.
Dopo aver vissuto qualche anno anno in campagna, ho imparato a
distinguere tutti i suoni e le voci della natura e questo non ne
faceva parte per un semplice motivo: non era naturale. Veniva dal
profondo: rabbioso, disperato e malvagio allo stesso tempo.
Mi avvicinai alle persiane provando a
scorgere qualcosa ma l'unica cosa che riuscivo a distinguere erano le
cime degli alberi schiaffeggiate dal vento. Il rantolo si interruppe
per un secondo. Poi ricominciò, più forte di prima.
Dovevo capire cosa fosse quel lamento,
altrimenti avrei passato il resto dei miei giorni nel terrore di
sentirlo di nuovo.
Decisi di uscire.
Appena aprii la porta la tramontana mi
diede il suo benvenuto, scompigliandomi i capelli e costringendomi ad
abbassare lo sguardo per evitare che la terra mi entrasse negli
occhi. Le gambe, già tremolanti, ebbero uno spasmo per quel freddo
inatteso.
Feci due passi alla mia destra e quando
risollevai di nuovo la testa mi bloccai raggelato, perché fu allora
che lo vidi.
Seduto, appoggiato con la schiena al
muro, di fianco alla finestra, c'era quell'essere. Era un uomo, ma
non era un uomo. Aveva il corpo deforme, totalmente sproporzionato;
non aveva gambe ma un ammasso di bozzi disarticolati e irregolari.
Aveva il capo chino e, al posto dei capelli, delle specie di fili di
paglia secca gli nascondevano il volto o qualsiasi altra cosa ci
fosse lì sotto. Notai che le sue mani, enormi e rattrappite, in
preda a movimenti convulsi si muovevano a ridosso del ventre gonfio.
In quella frazione di secondo in cui
gli occhi di colpo si abituano all'oscurità, capii. Penso che
nessuno possa sopportare la vista di un orrore del genere. E io non
faccio eccezione.
Lo stomaco di quell'essere era
dilaniato, squarciato. E Lui ci affondava dentro i suoi arti, che si
muovevano incontrollati, come impazziti, finché con violenza Lui non
riusciva a riprenderne il domino e a spingerli dentro. Con la stessa
violenza estraeva le sue stesse viscere. E poi... poi se lo mangiava,
ingozzandosi a tal punto che rimetteva istantaneamente ciò che
ingurgitava.
Il mio terrore e il mio disgusto era
inferiore solo alla famelicità con la quale faceva scempio di sé.
Sentii le vertebre accartocciarsi l'una
sopra l'altra. E le gambe... beh, le gambe non le avevo più. Caddi a
terra, all'indietro.
Fu allora che si accorse della mia
presenza. Si voltò e silenzioso e infido strisciò veloce come un
serpente e, neanche il tempo di un battito di ciglia, era a meno di
un metro di distanza da me.
D'improvviso il silenzio: il vento si
placò e né da lui né tanto meno da me veniva più alcun suono. Per
un attimo ebbi l'assurda sensazione che fossimo due innamorati troppo
timidi per darsi il primo bacio.
Ma poi.
Ma poi lentamente sollevò il capo. I
fili di paglia sulla sua testa si aprirono come un sipario, portando
allo scoperto il suo volto. Che non era un volto: bianco come la
luna, non aveva apparentemente bocca, non aveva naso, non aveva
lineamenti. E non aveva occhi, a meno che non si potessero definire
tali quelle due punte di spillo così nere che mi penetravano dentro
anche in quel buio.
Ancora il silenzio.
E poi urlò. Lo so, ho detto che non
aveva bocca, ma in quel momento era come se la vedessi, anche se non
c'era. E da lì, da quell'antro invisibile che fino a poco prima
aveva dilaniato la propria carne, uscì un urlo che mi risuonerà sempre dentro, infinito, lacerante,
terrificante, defintivo:
A. Skujina, Rifugio, 2013, 75x115, acrilico su carta
Governo,
nominati sottosegretari e ministri: sono 40. Come da fiaba.
(Sono
un po' deluso. Non c'è neanche uno straccio di sottosegretario
cinese)
Catricalà
viceministro. Era in quota "cognomi tronchi".
A
Fassina viene data la delega sulla riforma fiscale. Ma solo se mette
in ordine la cameretta.
Un
sottosegretario alla Giustizia si chiama Beretta. Dice che ha la
soluzione per il sovraffollamento delle carceri.
Il
ministro Pd Zanonato: “Il nucleare non è di per sé sbagliato”.
Ad esempio nel vostro congresso andrebbe bene.
Al
Ministero dell'Istruzione c'è la Carrozza. Ma prima di dirlo
aspetterei mezzanotte.*
Gelmini:
"Abbiamo puntato i piedi". Al posto delle solite ginocchia.
Berlusconi
ora vuole cambiare la Costituzione. È che con l'attuale gli gira
sempre tutto male.
Alfano:
“Da Letta, musica per le nostre orecchie”. È stato quando ha
usato il fischietto a ultrasuoni.
(Dunque,
vediamo se ho capito bene: Berlusconi tiene sotto ricatto il Pd, si è
fatto dare ministeri chiave e costringerà ad approvare leggi che
tranquillizzino lui e l'elettorato Pdl, se ne prenderà il merito,
poi arriveranno i primi problemi, mancheranno i soldi, si dovranno
prendere nuovi provvedimenti impopolari, il Pdl si sfilerà, si
romperà l'alleanza, cadrà il governo e la colpa sarà della negra)
(Comunque
sbaglia chi dice che si sta riconsegnando il Paese a Berlusconi. Per
il semplice motivo che non ha mai smesso di averlo in mano)
Gasparri
ringrazia i carabinieri, uno di loro risponde: "Si ricordi del
suo dito medio". "È vero, ringrazio anche lui".
Torino,
tesserato Pd si scaglia contro Fassino: "Ci avete deluso!".
Poi gli hanno detto del governo.
Larghe intese, Bindi: "Non
si può parlare di legittimazione reciproca". Ma di semplice
chimica.
(Ieri
ho spiegato al mio cane sta cosa del governissimo ed è corso ad
abbandonarsi in autostrada)
(In
momenti bui e duri come questo, il mio faro restano le ultime parole
che mio padre mi sussurrò dal letto di morte: "Mi sto cagando
addosso" )
Parma, parte l'inceneritore:
già bruciate le prime promesse.
M5s contro il sen.
Mastrangeli, vota la rete. Vince di un soffio la garrota.
Intanto bufera sul prof.
Becchi, considerato vicino al Movimento. Io però concordo con lui: la gente impugnerà i fucili. Per sfilarseli dal culo. Vaticano,
la gendarmeria viene addestrata all'antisommossa dalla polizia
italiana. Rendiamo grazie a Diaz. Tenute
antisommossa in Vaticano. Dai France', non si vive di
ricordi.
Esercitazioni
antisommossa in Vaticano. Ai gendarmi viene insegnato come
fronteggiare i rivoltosi ed evangelizzarli pesantemente. Ratzinger
torna in Vaticano. Lì c'è meno fila alla posta.
Scoperta
in Puglia una cellula terroristica che incitava ad azioni suicide. O
se preferite, chiamatela pizzica. Inghilterra,
madre compra sperma per la figlia: "Adesso lo finisci".
Scienziati
rilevano che nel cosmo è presente una asimmetria fra materia e
antimateria. Ed è lì che arriva Letta. Lo
studio è stato condotto su delle particelle, i mesoni, e ha
evidenziato un comportamento mai osservato prima. Ma si sa, la
primavera... (A
proposito di Letta, di recente ha dichiarato che nel suo personale
pantheon c'è anche il ragazzo di Piazza Tienanmen. Quello dentro il
carrarmato)
L'ex
ministro Clini consiglia di tenere le stesse mutande per quattro
giorni. Escluso il tempo per staccarle.
Clini
consiglia di cambiarsi le mutande ogni quattro giorni. Cioè,
addirittura tre giorni prima? Le
Iene, Brignano contro Mammuccari. Magari in un bel frontale. Oslo è
senza rifiuti per i propri inceneritori. Facile così.
Pony
stacca falange a bambina di quattro anni. Ma è così carino!
Anniversario
della morte di Mussolini. Quello che nessuno dice, a quasi 70 anni di
distanza, è che dalla sua prospettiva quelli a testa in giù siamo
noi.