sabato 25 giugno 2011

Odio l'estate



Arrestato il faccendiere ex-piduista Luigi Bisignani nell'ambito dell'inchiesta "Andiamo sul sicuro".

L'indagine rivelerebbe l'esistenza della cosiddetta P4: è la vecchia P2 che ha fatto quadrato.

La maggioranza attende di acquisire dalla Procura gli atti dell'inchiesta. Ma non se li possono raccontare a voce?

Indagato anche l'ad di Ferrovie dello Stato. In qualità di supplemento.

Moretti: "Trasecolo". Per coerenza, usa parole dell'epoca a cui risalgono i suoi treni.

Montezemolo: "Chiesi aiuto a Bisignani per la Fenech". Da solo non reggeva il ritmo.

Bisignani al telefono col figlio: "La Brambilla: una stronza, un mostro, una mignotta". Più altre deleghe.

(Si tratta di una rivelazione così sorprendente che mi stupisce non l'abbia fatta Wikileaks)

In un'intercettazione, Roberto D'Agostino dice a Bisignani che la Carfagna voleva essere impalmata dal premier. E che quindi questa volta c'è una m in più.

Bisignani: "Berlusconi non funziona più". E direi che la garanzia è scaduta.

Licio Gelli: "Ai miei tempi l'Italia era un paese rispettato e temuto". Soprattutto dagli artificieri.


Pontida, raduno leghista al grido di "Secessione". Porta bene da vent'anni.

La Lega ha avanzato a Berlusconi una serie di richieste. In poltrone di piccolo taglio.

I leader del Carroccio hanno ribadito il loro disprezzo per il centralismo romano: "Li mortacci loro! 'Sti zozzoni".

Renzo Bossi dal palco: "Ehi papà, guarda: dei polli!"


Iva Zanicchi aveva dichiarato che il 22 giugno Berlusconi avrebbe scioccato gli italiani. Poi invece non se l'è scopata più.


Ban Ki Moon confermato alla guida dell'Onu. Non aveva altri impegni.

"Sono consapevole delle sfide che ci attendono". La prima è eluderle.


Emanuela Orlandi sarebbe viva e si troverebbe in un manicomio: l'Italia.

Brasile, Cesare Battisti è libero di andare dove vuole. Tipo a cagare.


Clamoroso al processo per l'omicidio di Meredith Onofri. Ah no, scusate.

Mario Alessi, in carcere per l'omicidio del piccolo Tommaso, testimonia a favore di Raffaele e Amanda. Il reus ex machina.

Secondo Alessi, i due ragazzi sarebbero innocenti. "L'avevo detto io " ha commentato Misseri.

A proposito di zio Michele: un pomeriggio era scomparso misteriosamente per tre ore. Poi è rientrato a casa giusto in tempo per svelarci i segreti di un'ottima peperonata.


Orgia in un programma di Italia1. Figurati i pianti di Nuti.

L'ammucchiata è andata in onda in fascia protetta. L'importanza del sesso sicuro.

Dopo l'orgia, il Codacons chiede la sospensione del programma. Ma non dovrebbero stare dalla parte dei consumatori?


Secondo Giorgio Armani la moda è in mano alle banche. "Mi creda, quelle pezze al culo sono un amore!"

C'è un anello di polveri nella Via Lattea. "Oh, non ci vado mai" si è difeso Dio.

Jessica Rizzo nei guai col fisco. No, non l'ho visto.

giovedì 23 giugno 2011

Genio!

Ai Weiwei, Giornata tipica di Donnie, 1995


Cina, Ai Weiwei è libero. Si fa per dire.

L'artista, noto per il suo impegno in favore dei diritti umani, è stato rilasciato per "buona condotta nella confessione dei suoi crimini". Non ha urlato troppo forte.

Per la sua liberazione si era mobilitato mezzo mondo: intellettuali, artisti, giornalisti, politici, chi se l'era ritrovato sulla bacheca.

Weiwei era stato ufficialmente incarcerato per evasione fiscale. Incredibile: questo reato mica esiste!

Durante la detenzione, Weiwei ha ricevuto una sola visita della moglie. Poi si è scelto di non infierire.

Come dimenticare il suo mirabile capolavoro in ricordo dei bimbi morti nel terremoto del Sichuan! Quali bimbi?

Resta invece in carcere il dissidente Liu Xiaobo, autore anch'egli di un'indimenticabile opera d'arte: la famosa Sedia Vuota con Nobel.

lunedì 13 giugno 2011

Curve & overscouting

Quello che scriverò in questo post non ha nulla a che vedere con il referendum attualmente in corso. Al limite si può dire che la campagna e la consultazione referendaria possono essere stati uno spunto per fomentare riflessioni  fatte fra me e Donnie già in passato, ma nulla più.

Sono un po' combattuto.

Scopro di non sopportare più le curve in cui è diviso questo Paese. Non c'è solo la curva di quelli che sono lì perché qualcuno ha offerto loro un panino al salame. C'è anche la curva di quelli che, dopo anni, anni e anni, continuano a stracciarsi le vesti perché a Santoro viene tolta la possibilità di segnare il gol della bandiera. Per carità: è ignobile, è antidemocratico, è illiberale farlo. Però sarebbe anche ora di ricordarsi che il gol della bandiera si chiama così per un semplice motivo: non serve a niente. 
Se non ad offrire un comodo rifugio per le nostre opinioni e ad esentarci dallo sforzo di andare  realmente avanti, perché la culla più comoda è sempre quella di parole già dette e di cose già viste. Tutto molto comodo, mentalmente intendo.
Voglio dire, son passati dieci anni (DIECI!) dall'editto bulgaro. Forse sarebbe il caso di passare oltre. 

Dall'altro lato, continuo a non riuscire e volere neanche ad immedesimarmi nelle posizioni dei miei concittadini affetti da quella che voglio chiamare "sindrome dell'overscouting".
Nel basket, e suppongo anche in altri sport e ambiti, l'overscouting è la degenerazione dell'attività di scouting, che è sostanzialmente la scomposizione del gioco di un singolo atleta (che hai in squadra o che vuoi comprare) in un numero imprecisato di statistiche che ne rivelino punti deboli e di forza. L'overscouting scatta quando la "scomposizione" raggiunge un livello tale che si finisce per perdere di vista la visione d'insieme del giocatore e della realtà del gioco. Il risultato? Prendi cantonate. Pensi sia interessante scoprire che Donnie nelle situazioni di transizione non ha buone percentuali come secondo rimorchio e finisci col non capire che una pippa simile ti compromette un giudizio sensato.

Ecco. Si può tranquillamente demolire qualsiasi avvenimento, qualsiasi opinione altrui, qualsiasi uomo politico con le armi della cultura e di un'informazione super-corretta. Quasi sempre, dopo averlo fatto,  si avranno a propria disposizione strumenti e giustificazioni sufficienti per tirarsi fuori, con un filo di disprezzo, dalle scelte non dico della massa ma di un gruppo di persone sufficientemente ampio per meritarlo, quel filo di disprezzo.

"Quello non mi va bene perché una volta ha lasciato una sgommata di merda nel cesso. Quest'altra cosa nasconde varie implicazioni e vari inganni per cui non mi faccio prendere per il culo. Alle politiche ad esempio non voto perché mi hanno scippato le preferenze o in alternativa non voto perché (segue pippa). Perché voi in realtà non sapete che se fate questo, loro faranno quest'altro, e comunque quelli che vi stanno simpatici lo volevano anche loro e queste contraddizioni a me mica mi stanno bene".

Nel frattempo, in questo fantastico viaggio verso il mondo di Utopia, per quelli sopra noi son finite le riserve da stappare. Più velocemente del solito, dico.

Ho ormai la percezione che l'eccesso di cultura e informazione sia potenzialmente dannoso quasi quanto la loro assenza. Che possa a volte offuscare l'intelligenza e i sensi, quando addirittura non li sostituisce. Esiste questo eccesso? Per il singolo, penso proprio di sì.

Anche un sano approccio a cazzo di cane fa parte di noi. Certo che è difficile dosarlo se sei in curva.








sabato 11 giugno 2011

Intervallo

Agnese Skujina, Un altro punto di vista 1, 150x150, acrilico su carta, 2011




Agnese Skujina, Un altro punto di vista 2, 150x150, acrilico su carta, 2011




Agnese Skujina, Un altro punto di vista 3, 150x150, acrilico su carta, 2011





domenica 5 giugno 2011

Una guerra

"Non finiva più.  Le bombe cadevano e cadevano, non si fermavano mai. E quando i siluri esplodevano in mare, sembrava ti esplodessero dentro, qui nella pancia. Io ero incinta di vostro padre. Chissà se sarebbe esistita ancora Taranto, dopo quella notte. Sembrava tutto stesse finendo.
Ci sfollarono a Crispiano.
Ma quello che ricordo, ancora più delle bombe e della paura, fu la meraviglia nel momento in cui vidi tornare il giorno. 
Il sole era nato lo stesso".