martedì 25 gennaio 2011

Può lasciare un messaggio

Berlusconi irrompe telefonicamente a L'Infedele. Svegliando alcuni telespettatori.

La telefonata del premier è stata talmente violenta che per rilassarmi ho messo su un editoriale di Fede.

Berlusconi ha insultato cinque volte la trasmissione di Lerner. Entro 24 ore riceverà una ricarica.

"Disgustosa, turpe, ripugnante, ignobile". E in più la Minetti si è laureata col massimo dei voti.

Nicole Minetti è di madrelingua inglese. Beata lei: io inciampo sempre sulla pronuncia inglese di "spiaggia".

Gad Lerner ha chiamato "cafone" il premier. Che però non ha ceduto alle lusinghe.*

Infine Berlusconi ha invitato Iva Zanicchi a lasciare lo studio. Ehi! Stavolta ero d'accordo con lui!

La Zanicchi però è rimasta. Ok, il ribrezzo è giusto.


*feat. konti

mercoledì 19 gennaio 2011

Arriveremo a Roma

Nei giorni in cui divampa il Ruby-gate, un pentito accusa Berlusconi per le stragi del '93. Ah già, le stragi!

Nuove accuse di collusioni con la mafia per il premier. Ha iniziato il secondo giro.

(O era il terzo?)

"Le bombe le mettevamo per scendere a patti con lo Stato". Non sapevano che lo Stato era già lì.

Per favorire Berlusconi, furono attaccati alcuni simboli  del patrimonio culturale italiano. In pratica una dichiarazione d'intenti.*
 
Insomma, dal racconto del pentito emerge sostanzialmente come, prima della discesa in campo, Berlusconi ebbe significativi e continuati rapporti con lo Stato.
 
Un altro pentito racconta inoltre che  gli dissero che doveva ""individuare l'abitazione di Claudio Martelli perchè lo dobbiamo uccidere". Ma non ce la fece: ne aveva troppe.

Il collaboratore di giustizia parla anche dell'attentato a Maurizio Costanzo: "Era una punizione per una sua trasmissione". Ok, perdonàti.

*feat. Frandiben.

sabato 15 gennaio 2011

L'aria fra le dita (cap. 2)

A. Skujina, Prove di metamorfosi, olio su t., 100x70, 2010
Clicca qui per leggere il primo capitolo.
Si guardava le dita. Strano. Le guardava intensamente, quasi a volerle ipnotizzare. Jacopo, lo stagista, era strano quella mattina. Non lavorava, si guardava le dita e non parlava.
Le sue dita, invece, suonavano la tastiera del computer, quel giorno. Accarezzavano i tasti, che mostravano di gradire quell’andamento costante ma non sostenuto, rilasciando l’impulso e materializzandosi in lettere sul monitor, ciascuna mostrando di gradire la presenza di altre lettere vicino a sé. Si tenevano per mano le lettere quel giorno, attente alle più sfortunate di loro, che potevano cadere in uno spazio vuoto o inciampare in un punto. O, se erano venute fuori in un posto non loro, essere cancellate. Raccontavano con la condiscendenza che si riserva agli sciocchi la riunione del giorno prima. Eroiche, ma anche ironiche.
- Ore 12,43-  Jacopo ruppe il silenzio iniziato dal “Buongiorno” con cui si era presentato la mattina.
Lei si alzò e prese posizione dietro la finestra. Come ogni lunedì, martedì e venerdì e Jacopo l'aveva aiutata a ricordarsene ancora una volta. Due minuti di ritardo, che lei sfruttò lanciando occhiate fugaci a Jacopo che continuava a guardarsi le dita. Poi, la linea 14C comparve in via Mattei e si arrestò sotto la sua finestra per la fermata. Riusciva a vedere solo mano e la gamba sinistra del conducente. “Ciao Sandro” salutò dentro sé, quando l’autobus ripartì.
 Tornata a sedersi, ridiede voce a quel poveretto del direttore commerciale, interrotto durante la sintesi del suo intervento. Il destino di quell’uomo consisteva nell'essere sempre interrotto mentre parlava, anche su un misero file word. Sorrise, ma quel sorriso le parve terribilmente incongruo quando sollevò lo sguardo e vide Jacopo che la stava fissando, tranquillo.
- Quanti anni ho io?- le chiese, con i suoi occhi verdi.
- 24, no?-
- 23 e 8 mesi, per la precisione. Guarda qui…-
Le fece cenno di avvicinarsi, chinò la testa e con le dita diradò i suoi capelli corti (e profumati, lo sentiva). Fu davvero difficile per lei scorgere, anche in quei capelli neri come la notte, il contrasto di due capelli bianchi, poverini.
Si tuffò indietro a sedersi, ridendo sguaiatamente, di sollievo.
-         e questo è il motivo per cui oggi sei un’anima in pena? Ma vaffanculo va! Non ti facevo così!- continuando a ridere.
 Infatti non era così e lei, nel suo intimo, lo sapeva, tanto che quella risata sonora le sembrò ancora più sgradevole del sorriso di un minuto prima. Lo sapeva che Jacopo non era così.
Rampollo di ottima famiglia bolognese, era ancora più ottimo, perfetto testimonial di un’ipotetica campagna pubblicitaria pro-genere umano, del tipo “l’uomo è uomo, la scimmia è scimmia”. Si muoveva come un principe umile, dispensando le giuste parole al momento giusto. Lavorava, anche sulle cose nuove, con una disarmante nonchalance, la stessa che gli aveva consentito di finire l’università nei tempi, anche qui, giusti. Un giorno le aveva fatto vedere le foto della sua laurea e non si era stupita di constatare come in ogni foto il suo sguardo fosse il più giovane fra i giovani, il più maturo fra gli adulti. Era gradevole e misurato, mai invadente, di battuta pronta e acume gentile. Non c’era dubbio che i suoi non avevano mai dovuto alzare la voce con lui. In azienda tutti lo trattavano con un rispetto che normalmente gli stagisti si sognano; forse, pensava lei, perché  immaginavano di trovarselo un giorno come capo, viste le sue capacità e il suo saper trattare con tutti. Queste prospettive normalmente stimolano invidia e voglia di tarpare le ali, ma nel caso di Jacopo sembravano generare una sensazione di piacevole relax nel rinfrescarsi all’ombra del suo futuro. 
- Ieri, quando eri già andata via, mi hanno convocato per offrirmi un contratto, di quelli buoni. A Milano, alla casa madre…- sputò fuori in un istante, ignorando la sua risata.
- Cazzo, ma dici davvero? Ma è grandioso- lei, ancora dissonante dalla realtà- sei qui solo da quattro mesi! Oddio, noi già si scommetteva su quando sarebbe successo qualcosa del genere, ma nessuno immaginava in questi termini… Milano… grandissimo. Ti alzi in volo e mi lasci quindi?... Non mi sembri molto sicuro…- era tornata sulla terra.
- No, invece non ho nessun dubbio. Milano è un’opportunità in questo momento. Offre quello che serve. Quasi tutto e non hai scuse…-
- Beh, mi sembra perfetto, non hai mai avuto bisogno di scusarti tu, da quando ti conosco…-
- Appunto, ed è per questo che non ci andrò…-
Capì che era arrivato il momento di ascoltare, senza interrompere. Non era il direttore commerciale.
- E’ per questo che oggi è il mio ultimo giorno qui. E’ per questo che poco fa, quando eri alla finestra, ho cancellato l’archivio dei dati di vendita. Volevo fare un danno: ne ho fatto uno discreto, anche se rimane l’archivio cartaceo. E adesso andrò a confessare il mio errore e me ne andrò oggi stesso. Mi scuserò e me ne andrò, anche se cercheranno di trattenermi. Domani me ne resterò nel letto, spero che piova. Poi, non so. Non sono di quelli “mollo tutto per trovare un mio sogno”. Io voglio avere dei sogni, ma non avere alcuna voglia di raggiungerli. Voglio fare grandi progetti da mandare sistematicamente a puttane. Guardarmi nello specchio e farmi rabbia. E chiedere scusa, cominciando da me stesso. Voglio che la gente non mi riconosca più e che non faccia più alcun affidamento su di me. E’ ora che comincino ad amarmi per quello che non sono. Non diventerò un pazzo scatenato, un tossico o un esaurito. Semplicemente non farò. E andrò a letto alla fine di una giornata in cui ho salito un gradino e ne son disceso subito. Una giornata in cui non è successo niente…-
Mentre parlava così, non era in preda ad un’alterazione emotiva.. Era quello di sempre, sereno e nitido, le sue parole erano rotonde, calde come sempre, ma fingeva bene di non capire il trabocchetto insito nella sua scelta confessata: l’assoluta impossibilità di eludere, anche cambiando le carte, la propria natura, che al massimo può essere scalfita. Avrebbe fatto quello che diceva e questo ancora una volta era la sua dannazione.
Lei, incapace di dire nulla come di credere per un solo istante che stesse scherzando, lo vide alzarsi, fermarsi davanti alla finestra e guardare in faccia il sole. Poi, si avvicinò alla sua scrivania e la baciò sulla guancia:
- Ciao, è stato un piacere lavorare con te-
E la lasciò lì, in compagnia di un’unica lacrima a rigarle il volto.

venerdì 14 gennaio 2011

Bucarèst e Budapèst

Taranto, valori eccessivi di diossina sono stati trovati in cozze e ostriche. Dopo esser venute a contatto con i cittadini.

I limiti di diossina sono stati superati nelle cozze da fondale, mentre sarebbero salve quelle da allevamento su palo. E in più abbiamo un lungomare molto bello.

La maggioranza di noi è tuttavia ben conscia della situazione e in città non si parla d'altro: Avetrana è proprio un paese di pazzi.

Si attende una risposta delle amministrazioni locali. Appena riemergono dal buco di bilancio.

Presto in città il presidente Vendola: basta fargli seguire la lucina rossa.

La Regione ha deciso di istituire "una cabina di regia permanente per valutare i provvedimenti da adottare e continuare il monitoraggio iniziato dal tavolo tecnico permanente istituito al fine di far fronte ad una situazione di merda permanente".

Della vicenda si stanno occupando anche i Verdi. Come se non avessimo abbastanza problemi.
 
Pensate: a Taranto il Rapporto ambiente sullo stato dell'inquinamento è stato redatto dalla stessa Ilva. Il titolo è "Embè?"
 
Il rapporto consiste in una lista di minacce di esuberi.

Insomma, la situazione a Taranto è sempre più grave: è ancora piena di tarantini.

Il campanilismo mi impone comunque di ricordare che Taranto ha tanti pregi: ad esempio non è Bari.

mercoledì 12 gennaio 2011

Indietro tutta

"Avanti popolo". A Roma, una grande mostra sul PCI: è abbastanza bella, ma quando finisce sei costretto a dire che fa cagare.

Prenotando la visita online, dalla biglietteria ti fanno anche sapere quando è possibile andarci senza il rischio di incontrare Veltroni.

La guida audio della mostra è in varie lingue: italiano, inglese, spagnolo, tedesco, vendoliano.

Dopo l'ingresso, il percorso della mostra si snoda in varie direttive.

Si passa attraverso la svolta della Bolognina: come il PCI reagì alla caduta del muro. Finendoci contro.

C'è anche uno spazio dedicato al PD: i bagni.

Tantissimi i documenti cartacei: gli interventi di Berlinguer, i verbali delle riunioni, copie di giornali, la prima tessera, i quaderni di Gramsci, le rotte di D'Alema.

All'uscita, ai visitatori viene consegnato un modulo per fondare il proprio partito comunista.

Pare volessero esporre anche la bara di Berlinguer. Ma non stava fermo un attimo.

L'aria fra le dita (cap. 1)

Agnese Skujina, Le mani di Maloa, olio su tela, 100x100, 2010

 Un anniversario si avvicina e per onorare quell'anniversario comincio a riproporre qui il racconto che scrissi, anzi che mi venne fuori da dentro, in quell'occasione. Ok, è di seconda mano, ma è qualcosa a cui tengo.

In quel momento ripensò alla sua scena preferita de “I cento passi”. Quella in cui Peppino decide di terminare la sua occupazione solitaria di Radio Aut. Mentre abbandona la sede della radio, incontra uno dei figli dei fiori che erano stati la causa di quel gesto. Il ragazzo gli dice di capire il motivo di quello che aveva fatto, ma che non avrebbe dovuto occupare la radio, perché quella radio non era sua. Peppino allora gli risponde che per farsi sentire, qualche volta, bisogna alzare la voce. E’ qui che sbagli, gli dice il ragazzo, perché se alzi la voce fai vedere che stai male, che hai paura. Non ti fai sentire, non ti fai ascoltare.

A volte, pensò lei, ancora più giusto è il silenzio. Sentiva le vene del collo pulsare e le mani irrigidirsi, ma non veniva fuori niente. Cosa puoi dire davanti ad un omuncolo annebbiato da se stesso e dal suo potere, pieno della sua totale mancanza di senso dell’altro, che delira sulle possibili mestruazioni di una povera disgraziata in coma vegetativo da 17 anni. Puoi solo compatire la profonda solitudine della mente che aveva generato quel concetto. Pensò a lei in quel letto con la bocca immobile e serrata, senza capelli, rannicchiata. Un senso di calore le invase il ventre e si passò una mano fra i lunghi capelli, capendo di non essere lei.

Si alzò, spense il televisore, finì il suo caffè e, prima di uscire, fece capolino nella stanza. Sandro dormiva ancora profondamente. Nel sonno, il suo corpo esprimeva possenza e quell’arroganza maschile che da sveglio aveva imparato a mitigare. La parte superiore della schiena era leggermente incurvata, sovrastando il cuscino. Il braccio con cui la aveva tenuta avvinta fino a mezz’ora prima era rimasto nella stessa posizione, a segnare il territorio. Solo il volto, imbronciato, quasi risentito, trasformava il rispetto che incuteva quel corpo in amore. La luce del sole filtrava dalle serrande e la finestra, leggermente aperta, non aveva assolto al suo compito, lasciando nella stanza gli odori e l’eco dei gemiti di poche ore prima. Quella notte si erano amati guardandosi negli occhi, di dolcezza consapevole, un dono, una fortuna, un’occasione che non la vita, ma loro stessi erano capaci di regalarsi. Non sempre. Per fortuna.

Si girò tornando sui suoi passi, i passi che faceva ogni mattina, e uscì di casa, convinta di non averlo mai fatto prima.

Il sole primaverile, un cielo stranamente terso e quell’aria avvolgente, quel tipo di aria che ti fa sentire bene ma anche che ti stai perdendo qualcosa, restituirono forma al suo corpo. Decise di non ascoltare musica quel giorno e camminava a passo lieve guardando le persone sul marciapiede dell’altro lato della strada apparire e scomparire dietro le colonne dei portici, senza chiedersi, come invece faceva sempre, quale mai fosse la loro direzione. Lieve, non pensando a quello che era successo poco prima.

martedì 11 gennaio 2011

Il punteruolo rossoblu

La palma che occupa il posto centrale nel quadro di Agnese qui a sinistra non esiste più nel giardino di Specchia. Cadde tristemente vittima del famigerato punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus), coleottero curculionide. Più semplicemente nu strunz.
E' l'angelo sterminatore delle palme (in particolare della specie canariensis) nel bacino del Mediterraneo. Non si riesce ad arrestarlo perché è estremamente resistente, si sposta anche nel raggio di km ed è prolifico: ciascun punteruolo arriva a deporre fino a 300 uova.
Le uova si schiudono sulla corona delle palme, le larve escono ed iniziano a divorare letteralmente dall'interno la palma. In fase avanzata lo spettacolo è agghiacciante: i rami affievoliscono, si seccano, cadono, il tronco avvizzisce fino poi a cadere. La sezione dei rami, a guardarla, sembra trapanata da un Black&Decker. Una tristezza infinita.
Non si potrà fermare. O almeno così dicono. Nel giro di pochi anni le palme canariensis saranno un ricordo. Poi forse toccherà alle altre specie, per ora attaccate sporadicamente.
Il Salento è un campo di battaglia, con centinaia e centinaia di alberi divorati o incappucciati nel tentativo di salvarli. A Roma ho visto una morìa incontrollata. Mi dicono sia così anche a Pescara e praticamente ovunque ci siano palme.
C'è solo un posto, una città che finora era rimasta immune nonostante sia piena, stracolma di palme. Anche se ora pare stiano emergendo i primi casi anche qui, anche a Taranto.
Però mi sono chiesto: perché a Taranto arriva solo ora, con enorme ritardo rispetto ad esempio alla provincia di Lecce ma non solo? Perché, nonostante tutto e per fortuna, le meravigliose palme del lungomare sono ancora intatte? Le ipotesi sono tre.
O l'amministrazione ha messo in atto misure preventive molto stringenti. Ma non so perché, ho il leggerissimo sospetto che non sia così.
O il punteruolo rosso è in realtà un punteruolo rossoblu e ha a cuore la città dei due mari, dalla quale si è tenuto lontano finché ha potuto.
O forse il punteruolo è nu strunz ma non è nu fess. E l'aria di questa città non gli piace proprio.



p.s.: la palma in basso a sinistra nel quadro l'abbiamo salvata. Per il momento.
p.p.s.: questo post non ha nessun preteso valore scientifico di ricerca, ma di semplice, amara, doppia constatazione.

domenica 9 gennaio 2011

La stele di Resetta

Modena, la Lega propone una stele per ricordare i nazifascisti. Ok, però ci scriviamo Merde.

Radio Padania sbarca in Salento. I primitivi di Manduria.

Facebook vale 50 miliardi di dollari. A cosa stai pensando?
(feat. marissa)

USA, l'auto elettrica fa flop. La sedia costa meno.

Dan Peterson torna ad allenare a 75 anni. Mamma, butta il semolino.

Paola Cortellesi, 65000 euro a puntata per Zelig. Per quella cifra lo vedrei anch'io.
(feat. darlene alibigie)

...

Scongiurato il blocco informatico nei tribunali: per fortuna, dal 7 gennaio la giustizia ha ricominciato a bloccarsi per i soliti motivi.

La notizia in effetti e' sorprendente: i tribunali hanno dei computer.

L'ANM aveva paventato "una paralisi complessiva del sistema". Poi era passata alle ipotesi peggiori.

L'ANM: "E' una soluzione tampone: resta solo da scoprire a quale altra voce di bilancio sono stati sottratti i fondi". Lo scoprirete aprendo quel sollecito dell'Enel.

"C'era qualcuno che tifava per lo sfascio", ha detto Alfano ringraziandolo per il supporto.

La situazione comunque sta tornando alla normalita'. Me l'ha detto mio fratello magistrato tramite il suo piccione viaggiatore di fiducia.

...

Distrutto l'appartamento del ministro Rotondi: e' costretto a vederlo ogni giorno. 

La casa di Rotondi e' stata messa a soqquadro da ignoti. Per osmosi.

Le forze dell'ordine inizialmente non riuscivano ad entrare, poi ce l'hanno fatta: "Sembrava uno scherzo". E invece era proprio Rotondi.

Gia' in passato le abitazioni del ministro erano state visitate da ladri. In precedenti vertici di maggioranza.

...

Scomparsa di Yara, spunta una lettera anonima. Nel bergamasco ora il cerchio si stringe: si cerca qualcuno che sappia scrivere.

La polizia scientifica ha rilevato le impronte digitali sulla busta: nei guai un agente della scientifica.

...
Usa, strage durante un comizio. E' stato il momento piu' sobrio.

L'ennesima strage da arma da fuoco fa ripiombare l' America nel terrore: occorre armarsi di piu'.


Deputata pro aborto gravissima: per i medici non potra' superare i 3 mesi.
(feat. flog)

Gabrielle Giffords e' stata una delle artefici della riforma sanitaria. Ora potra' ammirarla da vicino.

La deputata era sulla black list di Sarah Palin. Insieme al resto del mondo.

...
Arrivano le cheerleaders juventine. Sono dei comunissimi guardalinee.


p.s.: solita mancanza di accenti causa pc straniero
p.p.s. : il titolo e' feat. Asc







giovedì 6 gennaio 2011

Riabituarsi

Ci sono domande che ti fanno secco. 

Per anni non ci hai fatto caso, dando risposte in automatico. Eri bambino, al massimo un ragazzo.

Poi, per anni, non le hai dovute subire, se non saltuariamente. Erano diventate episodi e come tali potevano essere messi da parte abbastanza velocemente, con una battuta o un motto di spirito.

Ora sono di nuovo la regola. Provvisoria, ma sempre regola.

Tu stai li, seduto col culo che scivola a malapena sul cuscino della sedia, burpeggi e tieni le mani sulla pancia calda e indaffarata. Senti la papagna arrivare. Davanti a te, una tavola imbandita e consumata, con la fatica del gusto.

A quel punto arriva la domanda, leggera come una farfalla e pungente come un'ape (cit.). Sai che sta arrivando ma non ci puoi fare nulla, tramortito come sei. L'unica azione consentita e' strabuzzare gli occhi. E un conato.
La domanda arriva: ineluttabile e affilata come un coltello, dagli occhi fissi, allucinati e maniacali di tua madre:

"E per domani a pranzo cosa ti cucino?"
Conato.

E per il pranzo del 29 aprile?

E per il 5 giugno?

E il giorno del mio funerale, cosa vorro' mangiare?

lunedì 3 gennaio 2011

Pizzicato

Berlusconi indagato a Lecce, ma la notizia non e' certa. Almeno non quanto il reato.

Sarebbe indagato nell'ambito della vicenda Alitalia. Ma se fu un affarone!

Si ipotizzano insider trading, aggiotaggio, truffa. Ah, sono reati in Italia?

L'esposto e' partito da un avvocato danneggiato dalle dichiarazioni del premier, dopo aver acquistato azioni Alitalia. Cosi impara.

In pratica, a causa delle parole del premier, l'avvocato avrebbe perso 500000 euro. E come la mettiamo con i miei vent'anni di vita?

Il governo Prodi stava per firmare un ottimo accordo con i francesi. Poi ci penso' Berlusconi a ricordarci che la mamma di Zidane e' una puttana.

All'epoca la Consob interveni' prontamente. Raccogliendo la saponetta.

La vicenda ora potrebbe avere risvolti inquietanti: Ghedini a Lecce.

...

Borsa. Il titolo Fiat si sdoppia: in effetti per comprarlo devi aver bevuto molto.

(Due titoli per la Fiat. Ma la donna e' sempre sotto il terzo)

Questi i nomi dei due titoli: Fiat Spa e Fiat Diversivo.

Il titolo Fiat Spa e' stato quasi subito sospeso per eccesso di volatilita'. Delle madonne.

Il doppio titolo ha in realta' riscosso grande interesse. Non vedi come volteggiano nel cielo?

Alto il volume degli scambi. Nonostante cio', lo scarico funziona ancora.

''Dobbiamo valorizzare ogni nostro diifferente business'' ha detto Marchionne, annunciando la quotazione in borsa di sua madre.

"Non potevamo continuare a tenere insieme settori che non hanno nessuna caratteristica industriale in comune". Tipo la Fiat e le automobili.

...

Arriva in commercio il preservativo di lusso: non ferma lo sperma, lo fa sentire inadeguato.

...

200.000 in piazza per Baglioni. Quando bastava cambiare canale.

In 200.000 in piazza a cantare Baglioni. Dai che la Gelmini stavolta la ritira la riforma.

...

Tragedia in autostrada: l'ex-difensore juventino Carrera travolge e uccide due ragazze. Rivediamo.

Le ragazze non erano morte sul colpo. Poi e'arrivato Montero.

...

D'Alema: "Berlusconi non si presenta al Copasir. In un paese normale cio' susciterebbe reazioni". E vabbe'.

p.s.: non fate caso agli accenti, ho scritto da un pc straniero incomprensibile.