martedì 7 maggio 2013

Fine mese




Arrivò davanti al portone di casa con un lieve affanno e con le chiavi in mano. L'adrenalina gli veniva su sempre in quel momento. Con un gesto frenetico infilò la chiave nella toppa ma proprio in quel momento sentì un dito picchettare forte sulla sua spalla destra. Si voltò e vide l'uomo, barba incolta, naso aquilino e capelli raccolti in un lungo codino, stretto nel suo cappotto lungo di pelle nera. Di fianco a lui quell'altro, di cui percepì solo la corporatura robusta, col volto nascosto da quella macchina infernale che rilasciava quella luce rossa ipnotica.

(In quei tempi non era una buona idea uscire di casa, se non per andare al lavoro- per quelli che ancora ne avevano uno. Certo, anche restando a casa il rischio di controlli era alto, ma uscire per strada, in particolare di sera, equivaleva quasi a consegnarsi spontaneamente. Ma lui non poteva rinunciare anche a quello. Amava camminare all'aria aperta, amava contare i suoi passi sul marciapiede. Amava in particolare fermarsi agli incroci, guardarli, perché lo facevano pensare alla possibilità di scegliere, di cambiare direzione, di essere libero, a tutte quelle possibilità che ormai da tempo ci erano state tolte, subdolamente. In quei momenti non gli importava della Crisi, gli importava solo di camminare.)

Alè. Inviato 214- si presentò l'uomo
- Alè- rispose lui
- Prego- disse l'uomo e gli porse un foglio grande a quadretti e un pennarello nero.
- Proprio qui, adesso? Non c'è molta luce. Possiamo salire a casa?
- Prego- ripetè l'uomo, con una vena di compiaciuto sadismo.

Sapeva di avere un minuto, non un secondo di più. Cominciò a scrivere febbrilmente, dopo aver appoggiato il foglio sul portone. Si accorse che l'uomo con la lucina rossa si era spostato dietro di lui. “Pensa, pensa, ricorda, scrivi, scrivi”. Man mano che scriveva il suo volto si avvicinava sempre di più al foglio e quando scrisse l'ultimo numero si accorse che la punta del naso ormai quasi sfiorava la superficie ruvida della carta. Poi, lentamente, allontanò il viso senza distogliere gli occhi dal foglio, come un pittore che si allontana dalla tela. Erano passati 53 secondi.

- Ma che bravo- disse l'inviato 214- Ora dia qui.

Quasi gli strappò il foglio di mano e cominciò a leggere, assorto. Questo era sempre il momento peggiore. Dopo qualche istante di silenzio gelido, l'uomo cominciò a scuotere il capo con veemenza. E d'un tratto... sciack, uno schiaffo a mano aperta in pieno volto.

- Hai un figlio piccolo, vero?
- Sì

Un pugno, dritto sulla mandibola.

- E come lo nutri? D'aria?
- N-no- (in quel momento capì)
- Cioè, brutto pezzo di merda, vuoi che chi ci guarderà stasera pensi che ve la passate alla grande, che state bene? Magari non spendendo nulla per far mangiare il piccolo al quale rifilate i vostri avanzi? Io qua vedo spese per le bollette, spese per l'auto e un cazzo di niente per dar da mangiare a quel marmocchio di merda. Vuoi che la gente non vi compatisca, che pensi che vi meritiate le difficoltà perché trascurate vostro figlio? Ennò brutto coglione, non funziona così. Sta Crisi si chiama così perché la gente sta male, ma se tu mi presenti un resoconto delle tue spese fatto così alla cazzo chi ci guarda non ci crede e ci mandi il servizio in vacca. Cristo, ti dimentichi proprio il bambino! Che sappiamo tutti che alla gente, non ho mai capito il perché a dire il vero, piacciono i bambini.
- Mi scusi, mi scusi- iniziò a implorarlo, piangendo (si fece un'immensa tristezza)- Posso aggiungerlo adesso. Posso?
- Ennò cazzone, troppo facile- estrasse un altro foglio e un altro pennarello dalla giacca- E adesso forza, tutto daccapo. Ma questa volta userai il pennarello quasi scarico.
- No, la prego, il pennarello quasi scarico no.
- Il pennarello quasi scarico sì. E ricorda, alitare sulla punta non serve a un cazzo di niente se non a farti perdere tempo prezioso. Hai un minuto.





(Si narra che qualche tempo dopo l'inviato 780, durante un controllo a casa dei Sig.ri Quartasettimana, riscontrò delle forti irregolarità. Per terrorizzare il capofamiglia strattonò violentemente la di lui giovane figlia che cadendo urtò la testa allo spigolo del tavolo e perse i sensi. Il Sig. Quartasettimana gli si scagliò contro, ne nacque una colluttazione che si concluse con il volo dell'inviato 780 dalla finestra del quinto piano. Secondo molti fu quello l'incipit della rivolta.
Non trascorsero neanche due mesi che il Sig. Quartasettimana si recò in salumeria con la figlia, ormai completamente ristabilita, e ordinò due etti di San Daniele. E disse al salumiere che anche se ne aveva fatti due e trenta non importava, poteva lasciare quei trenta grammi in più. Perché ormai nessuno aveva più paura)

2 commenti:

  1. Dallo stile mi ricordi Bagni Proeliator, sei davvero bravo.

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    1. ti ringrazio, anche per avermi fatto conoscere bagni proeliator che nella mia ignoranza non conoscevo

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