martedì 14 dicembre 2010

Gli errori

In giornate come questa, ogni volta non riesco a far altro che ripensare a queste parole, lette alla vigilia del voto del 2006.

"Capiamo di essere arrivati al punto.

Abbiamo sottovalutato come bizzarrie, esagerazioni, reazioni contingenti a difficoltà politiche e giudiziarie momentanee la citazione biblica dell'Unto del Signore, rovesciata nell'Unto del Popolo; le minacce ai giudici affinchè non si mettessero di traverso alla sua corsa politica, legittimata dal popolo; la pretesa di essere giudicato solo dal popolo o dai suoi "pari" (unti anch'essi?); il legame simbolico stretto direttamente con "gli italiani" per mezzo di un "contratto" che apertamente ignorava il Parlamento
Abbiamo sottovalutato come esempio di sottocultura politica l'elogio dell'illegalità; il linguaggio grossolano e finto colto, i gesti scurrili, le volgarità studiate a tavolino o dal sen fuggite, la ripetizione ossessiva di concetti semplici, banali e triviali, l'assenza pressochè totale di autoironia, di senso critico e di consapevolezza della complessità dei problemi.
Abbiamo persino pensato che la televisione -il carattere infimo degli spettacoli d'intrattenimento addirittura più che l'informazione politica- non avrebbe influito sul nostro carattere, non l'avrebbe corrotto. Abbiamo pensato che le leggi ad personam servissero a togliere lui e i suoi da guai momentanei e che, passato il momento, saremmo tornati alla normalità.
Abbiamo pensato tutto questo e ora, ricapitolando gli anni passati, dobbiamo riconoscere che abbiamo sbagliato.
Non è sottocultura; è un'altra cultura. Non è la difesa nelle difficoltà, è un sistema che, come tutti i sistemi, aspira a normalizzarsi. Non è democrazia ma è demagogia, un regime insidioso che si nasconde sotto apparenze ingannevoli. Il popolo che si vuole che sia non è quello che sceglie, che decide, che discute, che approva o disapprova, promuove o boccia i suoi rappresentanti. è invece il popolo non che agisce ma che reagisce, non si esprime da sè ma è sondato, messo in movimento e aizzato al momento opportuno....Quale che sia l'esito delle prossime elezioni, con questo rovesciamento avremo a che fare..." (G. ZAGREBELSKY, marzo 2006).

8 commenti:

  1. stiamo vivendo nella sua personale repubblica di salò, ancora qualche mese d'illusione e pazzia e poi tutto finirà: un bel piazzale loreto molto molto soft, senza cappi, senza teste all'ingiù, senza sputi ma magari con viaggio di sola andata verso Antigua.
    Il vero problema è che partigiani non ci sono, tutto si concluderà per esaurimento ed i vari repubblichini (Gasparri, Larussa, Bondi...) troveranno un nuovo Duce da adulare

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  2. ti quoto su tutto, maurone. Con un'aggiunta: ogni duce che passa, lascia ulteriori danni. Che si aggiungono a quelli non riparati dei duci precedenti.

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  3. Zagrebelsky? Beh, deve per forza aver visto giusto, uno che c'ha un cognome così... polacco.
    ;)

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  4. Un'analisi simile, penso al riferimento agli spettacoli televisivi, al linguaggio finto colto, all' "altra cultura" emergeva anche nel coevo "Il Caimano" di Nannimoretti.
    paolo

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  5. Sì paulune... Infatti queste parole di Zagrecc... sono estratte da un suo articolo su Micromega a commento/recensione proprio del Caimano.

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  6. un attimo: ma sei il paulune che penso? se non lo sei, piacere:)
    Se lo sei, ti ucciderò.

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  7. Scusa per la tarda risposta, ma non credo d'essere il paulune che pensavi, solo un curioso lettore del forum che ha fatto clik sul link :)
    paolo

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